Indossare un abito e apparire più magra? Di più: ci sono creazioni di moda in grado di rimodellare il corpo e di farti sentire più bella e sicura grazie a piccoli, furbissimi accorgimenti. Abbiamo scelto i migliori 10. E due esperti ci spiegano il trucco dietro la loro "magia"
In fatto di abbigliamento che rende giustizia al corpo delle donne, bisogna innanzitutto sfatare qualche luogo comune. Gli abiti che fanno sentire più magre, infatti, esistono esattamente come quelli che, al contrario, le fanno sembrare più formose. La differenza sta in piccoli accorgimenti in grado di rimodellare curve e nascondere i centimetri, trucchi del mestiere che non si riducono certo alla vecchia legge delle righe orizzontali e verticali.
Una di questi abiti fece molto parlare di sé nel 2011: è il tubino fasciante di Stella McCartney che Kate Winslet indossò al Festival del Cinema di Venezia, modello su cui è stampata, a due colori, la silhouette del corpo femminile. Le celebrity più famose, da Hollywood a Hong Kong, impazzirono per il modello che, in pochissimo tempo, divenne il più comprato, indossato e postato sui social network.
Visto il successo che ottenne, in molti hanno provato a replicarne la forma. Noi, però, siamo andati oltre. Abbiamo chiesto a due esperte quali sono le silhouette, i tagli e i dettagli che garantiscono davvero di passare, per esempio, da una 44 a una 42. Seguendo i loro consigli, abbiamo poi trovato sugli ecommerce i capi più belli da acquistare con un click. Non ci credete? Guardate questa gallery e leggete le 5 leggi degli abiti che ti tolgono una taglia.
LE 5 REGOLE DEGLI ABITI CHE TI FANNO PERDERE UNA TAGLIA
1) Puntare sulla forma a imbuto
Morbida nella parte superiore del corpo, attillata in quella inferiore: è l'effetto della forma a imbuto, la migliore per perdere subito una taglia e anche di più. La spiega Roberta Valentini, famosa talent scouter di designer e proprietaria delle boutique del gruppo Penelope di Brescia. "A volte è meglio giocare sulle diverse forme, che indossare abiti troppo fascianti. Le maggior parte delle maison, infatti, crea i modelli fino massimo alla taglia 46: non perché siano contro le taglie grandi, ma perché spesso gli abiti ricchi di stampe, dettagli e quindi molto fashion purtroppo non stanno bene a chi è oltre la 46. Consiglio, quindi, di non puntare soltanto su uno di questi ma sul mix di diversi pezzi: nello specifico, la parte superiore ampia, morbida, meglio se di jersey; quella inferiore attillata, con leggings o pantaloni aderenti".
2) Optare sempre per lo scollo a V
Un altro escamotage per sembrare più snelle è indossare abiti con scollo a V. Questi décolleté, infatti, allungano la silhouette oltre a dare un tocco molto sensuale alle vostre forme. Da evitare, invece,
lo scollo tondo o a barchetta che tendono ad allargare la silhouette.
3) Spezzare la figura a metà
Dal mondo del curvy arriva il modello 'metà-e-metà'. "Si tratta di un abito asimmetrico: da un lato è un classico tubino, dalla spallina sottile, senza maniche. Dall'altro, come un foulard, lregala morbidezza e cade con un drappeggio", spiega Monica De Bellis, fashion coordinator del settore curvy del gruppo Maroglio. "In questo modo, l'attenzione si concentra sul movimento della silhouette, sul dinamismo dei materiali e dei drappeggi più che sul blocco della figura".
4) Provare l'effetto del dritto e rovescio
Se non puoi fare a meno di fantasie floreali e stampe optical, da sempre nemiche di chi vuole perdere qualche centimetro, l'abito "solo davanti" è quello che fa per te. La stampa è concentrata solo nella parte frontale del corpo, mentre la schiena e parte dei fianchi sono neri o comunque scuri. L'effetto finale è davvero sorprendente.
5) Giocare la carta dell'illusione ottica
Stella McCartney è stata la prima a giocare l'effetto ottico della silhouette a due colori su un tubino elastico. "Grazie a un effetto ottico, infatti, la forma del corpo viene confusa con quella stampata sull'abito", continua De Bellis. "L'occhio, per un effetto naturale, vede solo quest'ultima col risultato di far perdere una taglia a chi lo indossa".
Infine, un suggerimento sugli accessori. Anche le calzature possono aiutare a perdere una taglia. Ogni centimetro di tacco, infatti, è per effetto ottico più o meno un chilo in meno. Se non siete abituate a portarli alti o non volete indossarli tutto il giorno, vi sono delle comode zeppe che possono sostituirli. Il risultato è davvero sorprendente.
Un'altro esempio di abito che fa perdere una taglia grazie allo scollo a V, al colore nero e anche al tessuto morbido ma non troppo. Asos, 53,37 euro
Questo modello taglia verticalmente la silhouette con un gioco di drappeggi morbidi, col risultato di far perdere una taglia. Max&Co., 149 euro
Il drappeggio laterale di questo abito spezza la figura in due parti con l'effetto di far perdere visivamente una taglia. Elisabetta Franchi, 252 euro.
Questo abito unisce due strategie per perdere una taglia: ha lo scollo a V e spezza la silhouette grazie a un gioco di drappeggi in vita e sulla scollatura. Cos, 69 euro
Lo scollo profondo a V è il migliore su cui puntare: slancia la figura più di quanto facciano quelli tondi o a barchetta. Faith Connexion, 351 euro.
Ecco un perfetto esempio di abito stampato e a vestaglia in grado di far perdere una taglia per il gioco di linee e per la capacità di spezzare in due la silhouette. DVF, 378 euro.
L'illusione ottica creata dalla silhouette rossa e nera è uno degli stratagemmi migliori per perdere una taglia. Fausto Puglisi, 455 euro.
La linea morbida e il colore nero dell'abito funzionano grazie al contrasto con le maniche ampie e stampate: questo mix inaspettato toglie una taglia. Gucci, 1200 euro.
I contorni bianchi ai lati di questo tubino sono in grado di far sembrare più snelle proprio perché contrastano con la silhouette rossa. Stella McCartney, 1195 euro
Questo abito sfrutta la regola della silhouette spezzata a metà: la parte morbida di sinistra contrasta con quella più rigida del busiter per tessuto e per fantasia. L'effetto fa perdere una taglia. Emanuel Ungaro, 1342 euro.
A CURA DI SIMONE MARCHETTI TESTO DI ANGELO RUGGERI
http://d.repubblica.it/
Last comments