"Turismo ed ecologia: l'accoppiata impossibile?" - articolo di giornale di economia az

TURISMO ED ECOLOGIA: L’ACCOPPIATA IMPOSSIBILE?

L’Italia è una delle mete preferite dai turisti provenienti da ogni parte del mondo; alcuni dei motivi principali si possono ritrovare nelle bellezze architettoniche legate alla storia del nostro Paese. Le testimonianze sono presenti nell’intera penisola e spaziano da resti romani a grandiose espressioni Barocche, fino ad arrivare alla cultura più moderna degli artisti contemporanei.
Come dimostrato dal rapporto dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, nel primo semestre 2011 gli arrivi internazionali hanno sfiorato i 440 milioni, “superando del 4,5% il dato dello stesso periodo dello scorso anno, confermando quindi l’ottimo stato di salute del settore”.1
Tutti questi arrivi sono importanti per il nostro Paese, ma occorre ricordare come sia cresciuto, da parte dei turisti, l’interesse verso le problematiche legate all’ambiente.
Il principio di turismo sostenibile viene definito nel 1988 dall’Organizzazione Mondiale del Turismo: “Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”.
Quando ci si rende conto che il turismo di massa genera un elevato sfruttamento delle risorse ambientali e naturali del territorio (con conseguente degrado dell’ambiente e decadenza delle tradizioni e delle culture locali), lo stesso entra in crisi: è così che le destinazioni turistiche imparano ad attrezzarsi in modo da venire incontro ai nuovi bisogni dei viaggiatori attraverso una rivalorizzazione del territorio. In che modo? Per esempio, con la creazione di Bed & Breakfast, realizzati in strutture già esistenti in aree in cui cultura e natura sono molto importanti.
Un altro modello possono essere i parchi naturali e le aree protette (772 in Italia, che coprono il 10% del territorio italiano2): vengono proposti itinerari creati appositamente per una clientela che vuole fare turismo senza danneggiare l’ambiente e anzi spesso anche alle scuole si consigliano viaggi educativi a livello naturalistico.
Nel 2010 il turismo ecologico ha fatturato 10 miliardi di euro annui, con circa 100 mila presenze nelle aree protette italiane.
Le motivazioni principali di un turista responsabile si possono ritrovare nel fatto che tutta la vacanza sia un’interazione con la tranquillità della natura e con le tradizioni fino ad allora sconosciute della meta scelta.
Per raggiungere i luoghi di vacanza ogni turista responsabile dovrebbe considerare anche i mezzi di trasporto da utilizzare per arrivare alla destinazione; a questo ha pensato ad esempio la compagnia aerea EasyJet, che ha avviato il programma “EasyJet Carbon Offsetting”: “Il calcolatore di emissioni calcolerà le emissioni per ogni passeggero in modo affidabile e certo, basandosi sulla lunghezza della tratta, i fattori di carico e il consumo di carburante. La compagnia si aspetta che il contributo medio per un viaggio di andata/ritorno sia pari a £3. […] Nonostante lo Stern Report abbia confermato che solo per l’1,6% delle emissioni globali di CO2 siano attribuibili all’aviazione, EasyJet riconosce che le compagnie aeree debbano affrontare la sfida del cambiamento climatico”.3
Certamente ogni viaggiatore che sceglie una vacanza ecologica non utilizzerà mezzi inquinanti per gli spostamenti brevi, ma preferirà escursioni a piedi o in bicicletta, oppure, per quelli più lunghi, potrebbe optare per un’auto elettrica o per una vettura con limitate emissioni di anidride carbonica.
E’ quindi davvero impossibile far conciliare turismo ed ambiente?

Fonti:
1. http://www.ontit.it/opencms/opencms/ont/it..._internazionali
2. www.tuttogreen.it/turismo-ecologico-e-boom-in-italia/
3. http://www.easyjet.com/it/notizie/compensa..._emissioni.html

Target: adulti 30-50 anni